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Associazione Frutticoltori Ticinesi (AFT)
c/o Renato Merzaghi, Segretario
Via Balcengo 4
6760 Faido

Formulario di richiesta di adesione all'AFT

Presidente
Alberto Sassella

Ai Grotti 5
6710 Biasca

Tel.: 091 858 21 62
Mobile: 079 375 65 90

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asassella

Segretario
Renato Merzaghi
Via Balcengo 4
6760 Faido

Mobile: 079 500 14 74

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adevittorirmerzaghi

Domanda

... Inoltre vi chiedo un'informazione in merito ai peschi. Ho due piantagioni di peschi una presso la mia casa con 5 peschi e l'altra presso un altro campo con 10 peschi. Nel mese di giugno alla prima raccolta di pesche le stesse avevano il nocciolo all'interno della pesca tutto rotto ed in parte con la muffa.

Mi sapreste comunicare se c'è qualcosa da fare per non avere il problema sopra menzionato.

Risposta

Il problema del nocciolo spaccato lo si riscontra soprattutto nelle varietà precoci (Springtime, Amsden, Dixired,ecc). Questo fenomeno è accentuato nei primi passaggi di raccolta, i frutti raccolti in seguito dovrebbero risultare con il nocciolo intero.

I frutti con i noccioli rotti, sovente all’interno, hanno le forbicette che vanno a nascondersi durante il giorno. I frutti maturi vengono pure morsicati da questi insetti. Come soluzione si possono appendere all’albero dei piccoli vasi da fiore con della paglietta di legno, dove vanno poi a rifugiarsi.

La rottura dei noccioli può arrivare fino al peduncolo, dove l’acqua piovana penetra all’interno creando una mucillaggine oppure dei marciumi.

È evidente che questi frutti sono poco presentabili ma sono comunque buoni al consumo.

La scelta di varietà semi-precoci (Redhaven) o tardive (Fayette) è un fattore importante per evitare questo fenomeno.

Forse la concimazione con una dose troppo elevata di azoto potrebbe favorire la spaccatura, se praticata troppo tardi (maggio), non posso confermarlo è una supposizione.

Domanda

le scrivo chiedendole un consiglio:

volevo mettere a dimora due peri coltivati a spalliera.

Quale portainnesto mi consiglia?

Quale varietà si adattano meglio e sono "autosufficienti" (=minor nr° di trattamenti possibili)?

Sa dove posso procurarmi queste piante?

Nella speranza lei possa aiutarmi e ringraziandola per la disponibilità

le porto i miei più cordiali saluti

Risposta

Le varietà che può mettere a dimora sono la CONFERENCE (racc. fine agosto-inizio sett.) sul cotogno, la WILLIAMS (racc. verso il 10 agosto) su un altro portainnesto, perché la Williams non ha una grande affinità con il portainnesto Cotogno.

Per quanto concerne la forma d’allevamento io sconsiglio la spalliera che è difficile da gestire, soprattutto con la struttura orizzontale (la vegetazione ha tendenza a crescere solo in alto), meglio la forma a palmetta (branche oblique. Comunque la forma d’allevamento la più facile è la forma a fuso. All’impianto utilizzare un palo di sostegno della lunghezza di 3 m ( m 2,5 fuori terra). I rami della nostra pianta saranno curvati verso il basso o mantenuti orizzontali.

Dove acquistare questi alberi?

Da Negrini, forse Caminada, supermercati (attenzione di non acquistare piante vecchie in vaso, più ci sono tagli sui prolungamenti più l’albero è vecchio e di difficile ripresa vegetativa).

Spero d’aver dato tutte le informazioni necessarie, un’altra cosa: non mettere una pianta a spalliera per nascondere un muro tutta la vegetazione crescerà verso l’esterno impedendo un normale transito sul viale.

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Coltura e avversità del noce sul Piano di Magadino

La messa a dimora di un noce sul fondo valle può subire in primavera il ritorno del freddo, causando il gelo dei giovani germogli. Questa situazione si presenta raramente.
Importante è osservare se nella zona ci sono piante di noci, questo vale anche per gli alberi da frutto in montagna. Sul Piano i noci crescono perfettamente come lo dimostrano quelli presso l’Azienda Ramello a Contone.

Importante è di evitare quei terreni umidi con eventuali ristagni d’acqua. Se il terreno è troppo acido bisognerà correggerlo su tutta la superficie con un ammendamento calcareo prima dell’impianto. Il noce è pure esigente in materia organica (letame)
che va sparso almeno un mese dopo la distribuzione della calce d’ingrasso.
Nei primi anni dalla messa a dimora è da prevedere un impianto d’irrigazione.
L’aspersione sopra chioma è da evitare.

Per un noceto a frutto, la miglior forma dall’allevamento è il vaso alla distanza di m 10x10, mentre se si adotta l’asse strutturato si può piantare a m 8x8. Esistono diverse varietà francesi Franquette e Fernor che hanno un germogliamento più tardivo delle altre, Parisienne, Grandjean tutte queste varietà sono mediamente sensibili alla batteriosi, mentre Lara, Mayette sono sensibili. In Italia la varietà più conosciuta è la Sorrento.Per una migliore fecondazione si raccomandano l’inserimento di una varietà impollinatrice.

Purtroppo le noci sono attaccate da più malattie che ne deprezzano la qualità, in primis troviamo:
Batteriosi Xanthomas campestris che provoca delle necrosi su frutti, foglie e rami. Il battere sverna nelle gemme oppure sulle necrosi. Si sviluppa tra i 16° e 29°C, le tecniche colturali possono diminuire l’infezione (concimazione, potatura e irrigazione).
La lotta viene eseguita a partire dalla schiusura delle gemme fino alla fine della fioritura ogni 8-10 giorni ed in seguito in funzione delle condizioni climatiche. I soli prodotti efficaci contro la batteriosi sono quelli a base di rame. La dose minima é 0,15% e si può aumentare fino a 0,2%, e in caso di forte attacco anche fino allo 0,25%.
Il fungo dell’antracnosi Gnomonia leptostyla rende alla raccolta i frutti neri, dove il mallo difficilmente si stacca. Si combatte con dei prodotti rameici. Il periodo d’infezione va dall’inizio della fioritura fino alla caduta delle foglie.

Gli insetti che più ci interessano sono:
Il verme delle noci Cidya pomonella medesimo delle mele e pere. Il volo delle farfalle viene monitorato tramite le trappole a ferormoni che permettono di valutare il miglior momento per intervenire. I prodotti sono uguali a quelli utilizzati per i meli e i peri.
La mosca della noce Rhagoletis completa, dal 1986 ha fatto la sua apparizione in Ticino e attualmente diventa sempre più problematica. Gli adulti escono dal suolo da inizio luglio fino alla fine di agosto, depongono una quindicina di uova nel mallo.
Ogni femmina può deporre dalle 300 alle 400 uova. Le larve si nutrono all’interno del mallo rendendolo molle, umido e nero. Una strategia di lotta non la conosco.
Sulle foglie ci possono essere degli attacchi di afide delle nervature Callaphis juglandis. Se creano problemi si utilizzano dei prodotti aficida.

(Alberto Sassella, febbraio 2014)